Padiglione Vaticano: il pluriball usato nella costruzione della cappella di Smiljan Radic

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018

Fra i dieci architetti scelti dalla Santa Sede, vi è Smiljan Radic, proveniente, come Carla Juaçaba, dall’America Latina. Infatti, l’architetto, nato nel 1965, è nato e si è formato a Santiago del Cile, iniziando la sua attività nel 1995. Nominato miglior architetto under 35 dal Chilean College of Architects nel 2001, Smiljan Radic si è dedicato prevalentemente a progetti di piccole dimensioni, come case, ristoranti e installazioni.

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
L’architetto cileno Smiljan Radic all’interno della cappella da lui progettata.

Le animite della tradizione cilena

Attingendo alle sue tradizioni cilene, Smiljan Radic sostiene di essere stato ispirato dalle animite, cappelle di minuscole dimensioni ai bordi delle strade cilene, dove “persone in lutto depositano fiori e candele per coloro che sono deceduti tragicamente” (Vatican Chapels, a cura di Francesco Dal Co, Mondadori Electa, 2018). Egli elabora una semplice cappella a tronco di cono, dal tetto trasparente.

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
La cappella di Smiljan Radic all’interno dell’isola di San Giorgio.

Le pareti realizzate con il pluriball

Molto interessante è la realizzazione delle pareti, formate da otto cocci in calcestruzzo armato, prefabbricati in azienda e poi assemblati sul posto. Infatti, il cassero nel quale colare il cemento è stato precedentemente rivestito di pluriball (il materiale da imballaggio con cui ogni bambino si diverte a far scoppiare le bollicine).

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
Le fasi di lavorazione in cui il pluriball è rimosso dai cocci in calcestruzzo.

Questo ha fatto sì che le texture interna ed esterna della cappella siano totalmente diverse, una grezza e una formata da tante piccole cavità irregolari. Della realizzazione, si è occupata l’azienda italiana Moretti, impegnata anche nella costruzione della cappella di Andrew Berman.

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
La texture interna, dovuta all’uso del pluriball, della cappella di Smiljan Radic.

La croce in legno e acciaio

La parte superiore della cappella è attraversata da una trave di acciaio brunito, che sostiene due lastre di vetro a copertura nella cappella. Inoltre, la trave svolge il ruolo anche di asse orizzontale di una croce, formata da un tronco di legno scortecciato, che, appoggiato a un basamento in cemento, si eleva al centro della cappella.

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
La croce in acciaio e legno della cappella.

Entrate uno alla volta…

L’ingresso è semichiuso da una porta in legno, che protegge la cappella, pur lasciando un piccolo varco attraversabile da una persona alla volta. In questo modo, l’esperienza di entrare nella cappella di Smiljan Radic diventa intima e personale. L’assenza di arredi liturgici invita il visitatore a concentrarsi solo sul tronco centrale e sulla texture irregolare delle pareti.

Cappella di Smiljan Radic per il Padiglione della Santa Sede, Biennale di Architettura, Venezia, 2018
Lo stretto ingresso della cappella di Smiljan Radic.

Bibliografia, sitografia e referenze fotografiche: