L’intervista: STUDIO associates ci racconta la Cappella del Silenzio

Intervista a STUDIO associates, Chapel of Silence, Botticino, Brescia, 2017

Abbiamo posto a Marco Formenti, Nicolò Galeazzi e Martina Salvaneschi di STUDIO associates (Brescia) (www.studio.associates) alcune domande riguardo al loro progetto: la Cappella del Silenzio (vedi l’articolo). Di seguito, potete leggere l’intervista dove ci hanno raccontato della committenza, del loro modo di intendere lo spazio sacro, delle loro realizzazioni precedenti e del processo di costruzione, che ha coinvolto un gruppo di studenti di architettura. Quali parole migliori di quelle dell’architetto per spiegare i propri progetti?

Intervista a STUDIO associates
Da sinistra: Marco Formenti, Nicolò Galeazzi e Martina Salvaneschi, gli architetti di STUDIO associates.

Il progetto per la Cappella del Silenzio vi è stato commissionato dall’associazione “I Fuori Onda”: conoscevate già l’associazione?

Abbiamo conosciuto la presidente dell’ associazione i Fuori Onda qualche anno prima dell’incarico della Chapel of Silence. In quell’occasione eravamo stati contattati per realizzare un’installazione effimera nel centro città di Brescia. In seguito al successo dell’installazione, ci hanno contattato qualche anno dopo per realizzare il luogo sacro all’interno della loro proprietà tra i monti di Botticino.

 Ci sono state richieste particolari da parte della committenza?

L’unica richiesta da parte della committenza è stata quella di rispettare i molteplici credi religiosi dell’associazione e quindi che non fossero presenti simbolismi di alcuna fede in particolare all’interno della cappella.

Intervista a STUDIO associates, Chapel of Silence, Botticino, 2017
Particolare della stele in marmo di fronte alla Cappella del Silenzio.

Non era la vostra prima cappella immersa nella natura: che cambiamenti ci sono stati nel vostro modo di intendere lo spazio sacro? Quali costanti avete invece deciso di mantenere perché per voi imprescindibili?

È stata la nostra seconda cappella. In realtà sarebbe il terzo luogo sacro perché abbiamo progettato anche una piccola Casa del Tè molti anni fa.

La prima cappella, Chapel of the rocks, aveva un rapporto quasi simbiotico con il luogo tanto da ridurre al minimo il nostro intervento. Una parete rocciosa particolarmente suggestiva indicava già, di fronte ad essa, la presenza di uno spazio eccezionale all’interno del parco. Il nostro intervento è stato contrapporre a questa parete un lungo setto che, incrociandosi con un altro, definiva, con un gesto essenziale e significativo, il luogo sacro.

Un gesto che deriva da un grande processo di sintesi.

Intervista a STUDIO associates, Chapel of the rocks, San Pantaleo, Sardegna, 2016
La Chapel of the rocks, costruita in Sardegna a San Pantaleo nel 2016.

La Chapel of Silence, oltre a cercare un rapporto con il luogo che deriva dal suo significato di “elemento soglia” tra il bosco selvaggio e la parte di montagna antropizzata, stabilisce una relazione molto forte anche con la memoria del luogo, le sue forme archetipe e la sua storia.

Quello che accomuna i due progetti è l’essenzialità dei gesti, l’approccio artigianale e il rapporto con il paesaggio circostante declinato in due modi differenti.

Ogni nostro progetto parte da un forte studio dei luoghi, della loro storia e della memoria collettiva delle persone che li vivono.

Intervista a STUDIO associates, Chapel of Silence, Botticino, Brescia, 2017
La Cappella del Silenzio vista dall’alto: da notare che essa è collocata all’incontro tra bosco e vigneti.

Il processo di costruzione dell’edificio ha coinvolto un gruppo di studenti di architettura: potreste raccontarci di questo lavoro di gruppo?

Realizziamo annualmente laboratori di costruzione partecipata, che chiamiamo Exercise, durante i quali lavoriamo a stretto contatto con studenti provenienti da tutto il mondo. Per la Cappella del Silenzio  abbiamo semplicemente fatto una call alla quale hanno risposto in tantissimi.

Solitamente lavoriamo con gruppi di massimo 20 studenti assistiti oltre che da noi anche da operai specializzati. Realizziamo il progetto e successivamente i ragazzi lo costruiscono insieme a noi imparando così ad avere un contatto diretto con la costruzione e con la materia, tema a noi caro per portare avanti le nostre ricerche e sperimentazioni sulla materia e sulla costruzione; questo aspetto purtroppo manca molto nelle università, soprattutto italiane.

Lavorare con i ragazzi ci permette di mantenere un contatto e un legame con il mondo universitario.

STUDIO Associates, Chapel of Silence, Botticino, Brescia, 2017
Studio di forme per la Cappella del Silenzio.

Un giudizio finale sull’opera: siete soddisfatti del vostro progetto, pensate di essere riusciti a esprimere i bisogni della committenza, a posteriori cambiereste qualcosa?

Siamo soddisfatti della realizzazione finale.

Ogni progetto, quando non rimane su carta, è fatto di numerosi compromessi e questo come tutti ne ha avuti molti. La vittoria sta sempre nel riuscire a coniugare una propria idea con le difficoltà che continuamente sorgono in itinere. La capacità di un buon progettista non sta tanto nel realizzare un progetto che funzioni in fase definitiva, ma soprattutto nel controllare queste varianti, per far sì che la sua idea, almeno all’ 80%, si realizzi per come era stata concepita originariamente.

Per essere così giovani e trovarci in questa Italia oggi difficile per l’architettura, ci riteniamo soddisfatti e anche fortunati per la buona riuscita del progetto.

Vediamo cosa accadrà ora con i prossimi lavori che abbiamo in cantiere.

Intervista a STUDIO associates, Chapel of Silence, Botticino, Brescia, 2017
STUDIO associates, Cappella del Silenzio, Botticino.

Si ringraziano Marco Formenti, Nicolò Galeazzi e Martina Salvaneschi per la disponibilità e la precisione con cui hanno risposto alle domande poste. Per scoprire le loro realizzazioni e seguire i prossimi progetti, potete trovarli su Facebook: www.facebook.com/STUDIOassociates/.