L’architetto australiano Sean Godsell, originario di Melbourne, è uno degli architetti che si sono cimentati nella costruzione delle dieci cappelle per il Padiglione Vaticano alla XVI Biennale di Architettura di Venezia.
Le richieste del Vaticano
Il Vaticano ha fornito per ogni cappella delle indicazioni molto precise: gli architetti hanno a disposizione 60 metri quadrati, nei quali devono elaborare un edificio caratterizzato da un altare e da un pulpito. Non è richiesta la presenza di una croce o di forme che alludano a una croce, nonostante molti architetti abbiano attinto ad essa, simbolo cristiano per eccellenza. Inoltre, da parte della Santa Sede vi è il desiderio che le cappelle siano trasportabili, per essere eventualmente ricollocate nei paesi italiani devastati dai terremoti.
Le muse dell’architetto: container e campanili
Per quanto riguarda le forme dell’edificio, Sean Godsell inizia osservando i container che trasporteranno le costruzioni fino all’isola di San Giorgio. Egli cerca, infatti, di ricalcare forma e dimensioni di questi ultimi (formato 40 piedi, quindi 12 m circa di lunghezza e 2,5 m di larghezza e altezza), forma che in verticale richiama anche quella degli squadrati e tozzi campanili di Venezia. Motivo per cui l’architetto progetta di posizionare delle campane realizzate da Anton Hasell all’interno del prisma quadrato; tuttavia, le campane non saranno più presenti nel progetto finale, poiché non rientrano nel criterio ambone-altare stabilito dal Vaticano per gli arredi liturgici. Questo non esclude, per l’architetto, che possano essere ricollocate nel caso la cappella venga posizionata altrove al termine della Biennale di Venezia.
Il progetto finale
Nel progetto finale, dunque, un prisma a base quadrata si eleva dalla radura. Sean Godsell avrebbe voluto che fosse realizzato interamente sulla terraferma e successivamente trasferito sull’isola. In realtà, solo la struttura in acciaio è stata fabbricata precedentemente, per poi essere fissata ai pali in acciaio, a loro volta fissati a pali in legno, simili a quelli usati storicamente a Venezia.
Quattro portali, posizionati nella parte inferiore delle quattro pareti, possono essere aperti quando la cappella è in funzione e richiusi durante la notte, quasi a proteggere l’altare all’interno. Quest’ultimo, una semplice mensa in metallo, è posizionato al centro della costruzione per essere direttamente illuminato dal lucernario. Infatti, la faccia superiore del prisma è assente per permettere alla luce di entrare all’interno del volume, riflettendosi sulle pareti ocra.
Sean Godsell ha provveduto anche alla realizzazione di alcune panche, realizzate riciclando alcuni pali da ormeggio, tanto diffusi a Venezia. Le sedute possono essere posizionate attorno alla cappella, in qualsiasi delle quattro direzioni suggerite dai portali. Se disposte in tutte e quattro le direzioni, l’insieme “cappella+panche” visto dall’alto crea una croce nella natura: in questo modo, l’elemento architettonico, la comunità e il creato si fondono nel divino.
Bibliografia, sitografia e referenze fotografiche:
- Vatican Chapels, a cura di Francesco Dal Co, Mondadori Electa, 2018
- www.seangodsell.com/vatican-chapel
- www.avvenire.it/agora/pagine/biennal-d9aec3ad9d1c486ea0adf7bf1a9b397a
- architectureau.com/articles/sean-godsell-reveals-vatican-chapel-at-venice-architecture-biennale/
- architectureau.com/articles/sean-godsell-designs-chapel-for-the-vatican-first-ever-exhibition-at-the-venice-architecture-biennale/