Quando è un giapponese a costruire la cappella più riconoscibile del Padiglione Vaticano

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018

Sorprendentemente, è l’architetto giapponese Terunobu Fujimori a proporre, per il Padiglione Vaticano, l’edificio che più si avvicina all’immagine di cappella che chiunque abbia in mente. Forse, è proprio il suo essere estraneo alla cultura occidentale, che gli permette di individuarne più facilmente la radici e l’identità.

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
La cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano.

Per un giapponese, croce vuol dire cristianesimo

Al centro del progetto, vi è il simbolo della croce, che, nella cultura giapponese, distingue in modo inequivocabile il cristianesimo, dal suo arrivo in Giappone nel XVI secolo fino ad oggi. Infatti, è sufficiente una piccola croce sul tetto di un edificio anonimo per qualificarlo come cappella cristiana. L’architetto decide, perciò, di integrarla e renderla parte essenziale dell’edificio. Le tipiche costruzioni giapponesi in legno, fatte di travi orizzontali e verticali, gli permettono di inserire facilmente la croce quale elemento portante.

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
La cappella è costituita da una struttura portante di travi, sulla quale poggiano poi le pareti.

L’esterno

Un’unica semplice aula rettangolare di 8,5 x 6 m è, quindi, coperta da un tetto a capanna, dalle superfici lignee nere. In corrispondenza della parete di ingresso, sei tronchi non totalmente scortecciati scandiscono e delimitano un piccolo portico, che accoglie il fedele. L’accesso alla cappella è molto stretto: un’apertura di soli 40 centimetri, infatti, obbliga l’ingresso di una persona alla volta.

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
Il portico con i sei tronchi-pilastro e lo stretto accesso.

L’interno

All’interno, si apre uno spazio ampio e semplice a navata unica. Lo sguardo è subito catturato dalla croce in legno centrale, ricoperta al centro di foglie d’oro, per sottolineare la resurrezione che segue a quella morte. Le candide pareti sono state poi ricoperte, in corrispondenza della croce, con dei frammenti di carbone, per farla risaltare ancor di più. E’ interessante che il palo centrale continui oltre la copertura, andando a creare un’altra croce sulla sommità del tetto, per identificare la cappella anche dall’esterno.

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
L’interno della cappella dominato dalla croce, ricoperta al centro di foglie d’oro.

Gli arredi liturgici

Dieci panche in legno, suddivise in due file, permettono di accogliere fino a 30 fedeli. In corrispondenza della zona del presbiterio, Terunobu Fujimori sceglie di non creare un altare rialzato, ma di posizionare i fiori, le candele e la Bibbia vicino al suolo, su dei bassissimi supporti in legno. La scelta è maturata da una visita alla collina del Golgota a Gerusalemme: l’architetto fu colpito dal fatto che la roccia della deposizione e quella di fronte alla crocifissione fossero quasi sepolte nel terreno. Appoggiare al suolo la Bibbia e le candele permette “di essere un po’ più prossimi alla scena che si verificò 2000 anni fa sul Golgota” (Vatican Chapels, a cura di Francesco Dal Co, Mondadori Electa, 2018).

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
Le sedute in legno e i bassi supporti in legno per le candele.

La luce

La cappella è dotata di diverse fonti di luce: quella principale fornisce una luce zenitale, proveniente da un’apertura vetrata nel tetto. Altre due fonti secondarie provengono dalla parte superiore delle pareti laterali, dove delle finestre a nastro sono ricoperte dalla carta washi, decorata dall’architetto.

L’incontro di due culture

La cappella intriga e stimola la riflessione per il fatto che un architetto, dalla cultura così diversa da quella occidentale, costruendo con tecniche e materiali tipici della sua cultura, sia riuscito a realizzare un edificio sacro che sentiamo più familiare di tutte le altre nove cappelle.

Cappella di Terunobu Fujimori per il Padiglione Vaticano, Biennale di Architettura, isola di San Giorgio, Venezia, 2018
La cappella di Terunobu Fujimori all’interno del giardino dell’isola di san Giorgio.

Bibliografia, sitografie e referenze fotografiche: