Perché una chiesa degli anni ’80?
La Chiesa di Santa Maria Immacolata di Longarone è un’architettura non appartenente al XXI secolo: i lavori di costruzione, infatti, iniziano nel 1975 e terminano nel 1983. Tuttavia, si è deciso di dedicarle un articolo poiché appartiene a un ciclo di chiese, realizzate da Michelucci tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, che segnano l’inizio del rinnovamento dell’architettura religiosa italiana. Tra queste, celebre è la cosiddetta “Chiesa dell’Autostrada” (1961-64), costruita in corrispondenza dello svincolo autostradale di Firenze.
L’architetto
Giovanni Michelucci attraversa quasi tutto il XX secolo, nascendo a Pistoia nel 1891 e morendo a Firenze nel 1990, alla vigilia del suo centesimo compleanno. Egli si pone come voce autonoma nel dibattito architettonico italiano del Novecento, raccogliendo le idee razionaliste ma anche discostandosene. Fra i suoi interventi più importanti, si segnala la stazione di Santa Maria Novella a Firenze con il Gruppo Toscano (1932) e i progetti per la ricostruzione di Firenze nel secondo dopoguerra.
Una chiesa da ricostruire dopo il disastro del Vajont
La chiesa di Longarone viene costruita in seguito alla distruzione della precedente, a causa del disastro del Vajont. Il 9 ottobre del 1963, infatti, una grossa massa compatta si stacca dal monte Toc, precipitando nel bacino artificiale recentemente creato dalla diga del Vajont. Nonostante la diga non crolli, l’onda, generata dalla frana, oltrepassa la diga e invade i paesi sottostanti, distruggendoli e causando la morte di quasi 2000 persone.
Tra questi, il paese più colpito è proprio Longarone, totalmente distrutto e con un bilancio di 1500 morti, motivo per cui, già nell’aprile del 1964, il sindaco Terenzio Arduini chiede a Giovanni Michelucci un progetto di ricostruzione della chiesa parrocchiale. L’architetto accetta, elaborando velocemente numerosi schizzi tra il 1966 e il 1967, mentre la costruzione sarà molto lenta e dibattuta: la consacrazione avverrà a distanza di ben 20 anni dalla tragedia, il 9 ottobre 1983.
Le forme e gli spazi
” Allora in me cominciò a nascere un’idea che portasse all’esaltazione della vita: il Teatro! Allora ho pensato ad una chiesa fatta come una teatro.”
Giovanni Michelucci
La chiesa di Longarone, infatti, è formata dalla una sovrapposizione di due anfiteatri pseudo-ellittici: quello inferiore, coperto, accoglie l’aula liturgica, mentre quello superiore si configura come anfiteatro a cielo aperto con vista sulla diga del Vajont. La costruzione dell’anfiteatro superiore fu molto criticata a causa delle possibili infiltrazioni, che difatti si verificarono e richiedettero diversi interventi di manutenzione, e dell’inutilità di predisporre uno spazio aperto così vasto in una località dal clima assai variabile.
Lo spazio si costruisce attorno alla forma dell’ellisse: all’interno, i suoi due fuochi sono occupati dall’altare in pietra e da un cerchio di metallo sul pavimento verso cui convergono dei raggi metallici. Attorno, delle gradinate in cemento si elevano per accogliere l’assemblea. Da questo ellisse, si generano per espansione degli altri spazi: la cappella feriale e il battistero semi-ipogeo.
Una chiesa che faccia memoria
Michelucci propone una chiesa che sia anche un memoriale della tragedia. Infatti, egli predispone, accanto all’aula liturgica, una saletta che espone i ruderi della vecchia chiesa, recuperati dopo tragedia e negli scavi di costruzione.
Inoltre, attorno ai due anfiteatri, si sviluppa un sistema avvolgente di percorsi. Una rampa con le targhe delle vittime conduce fino a una croce che si staglia sullo sfondo della diga: una simbolica salita al Golgota, che raccoglie il dolore della tragedia, culminando nella croce.
I materiali
A Longarone, Giovanni Michelucci realizza la sua prima chiesa totalmente in calcestruzzo armato: è un monolite in cemento senza pareti di tamponamento. Non c’è separazione, infatti, fra struttura portata e struttura portante: è la struttura portante che coincide con l’architettura nella sua totalità. Il legno è presente per ricoprire le gradinate e rendere le sedute più confortevoli.
Il caso del campanile
Il campanile attraversa un percorso travagliato: dopo diverse modifiche del progetto, si decide di eliminarlo a lavori già iniziati. La parte già realizzata verrà perciò convertita nella base di una scala, integrata nei percorsi esterni. Per rimediare a questa assenza, si provvederà, quattro anni dopo la consacrazione, a un bando di concorso, vinto da un ingegnere bellunese, Alessandro Redo. Egli propone una struttura metallica in lamine di rame che si alza come la vela di un vascello, completata nel 1989.
Sitografia:
- michelucci.it/giovanni-michelucci/
- www.prolocolongarone.it/pro-loco-longarone/longarone-e-il-territorio/i-monumenti/435-chiesa-monumentale-di-longarone
- www.webalice.it/gio.bonotto/dravapiave/pagine_schede/schede_ita/sch032_chiesa_michelucci_ita.html
- www.webalice.it/gio.bonotto/dravapiave/pagine_schede/pdf_ita/32.%20125%20Chiesa+88%20Diga%20Vajont.pdf
- www.webalice.it/gio.bonotto/dravapiave/pagine_siti/pdf_siti/125%20ChiesaImmConcezione%20Longarone%20AG.pdf
- lookingeurope.wordpress.com/2017/04/07/longarone-chiesa-monumentale-di-santa-maria-immacolata/
- notizie.comuni-italiani.it/foto/63455
- www.lorenzotaccioli.it/longarone-disastro-e-gelato/