Una cattedrale di cartone: ecco come Shigeru Ban restituisce un luogo di incontro a una comunità devastata

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013

Il terremoto del 2011 in Nuova Zelanda

Nel febbraio del 2011, un forte terremoto di magnitudo 6.3 (scala Richter) colpì la città di Christchurch in Nuova Zelanda: quasi 200 persone morirono e moltissimi edifici crollarono. Tra questi, fu colpita anche la cattedrale anglicana, simbolo della città, costruita nel 1864 in stile neogotico sul modello di una chiesa di Oxford. Crollata in diversi punti, la chiesa fu dichiarata inagibile, richiedendo ingenti fondi e lungo tempo per essere restaurata e resa nuovamente fruibile.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
La cattedrale di Christchurch distrutta dal terremoto del 2011.

L’architetto delle catastrofi

Si decise allora di rivolgersi a un architetto giapponese, molto impegnato sul fronte umanitario: Shiregu Ban, futuro Premio Pritzker nel 2014. Presente in tutte le calamità naturali degli ultimi 20 anni, l’architetto costruisce alloggi temporanei con un materiale facilmente reperibile, riciclabile ed economico: il cartone. I suoi tubi in cartone, spesso prodotti localmente nei luoghi colpiti, sono molto resistenti e rivestiti in poliuretano, che li rende impermeabili e non infiammabili.

Shigeru Ban in Kenya, nei campi profughi che accolgono i rifugiati del Sud Sudan (2017).
Shigeru Ban in Kenya, nei campi profughi che accolgono i rifugiati del Sud Sudan (2017).

La più grande cattedrale in cartone

A Christchurch, Shiregu Ban viene contattato per provvedere a un luogo di culto sostitutivo, in attesa del restauro e della ricostruzione della cattedrale. Pur trattandosi del suo secondo edificio sacro in cartone, in quanto aveva già realizzato una chiesa in Giappone in seguito al terremoto di Kobe del 1995, la cattedrale neozelandese rappresenta il più grande edificio in cartone mai realizzato. La chiesa temporanea, infatti, arriverà ad accogliere fino a 700 persone. Inoltre, l’architetto giapponese decide che la cattedrale di cartone non deve dimenticare l’edificio che va a sostituire: motivo per cui, ne ricalca le stesse dimensioni in altezza e in pianta.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
Le piante e gli alzati delle due cattedrali a confronto.

I vantaggi che derivano dalla scelta di costruire con il cartone di Shiregu Ban sono numerosi: grazie ai bassi costi del materiale, è possibile risparmiare fondi per restaurare la cattedrale. In secondo luogo, la facilità di montaggio e la velocità di costruzione permettono di aprire la nuova chiesa alla comunità dopo soli 2 anni dal terremoto.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
La struttura in tubi di cartone.

La struttura esterna

Un basamento in calcestruzzo rappresenta le fondamenta della chiesa, dalla semplice forma a capanna (come la Bruder Klaus Kapelle), data dalla successione di 96 tubi in cartone, lunghi 20 metri. La pianta non è però un rettangolo, ma un trapezio: la larghezza della facciata, a forma di triangolo equilatero, è infatti maggiore della parete del presbiterio, che si presenta come un triangolo isoscele. Dato che i tubi di cartone sono tutti della stessa lunghezza, si ha quindi una differenza di altezza, che raggiunge il picco più alto in corrispondenza del presbiterio. Ne risulta una chiesa dal largo ingresso per accogliere i fedeli, ma che si slancia successivamente verso l’alto.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
La cattedrale di cartone di sera.

Una copertura in policarbonato opaco permette alla luce naturale di entrare nella chiesa, attraverso gli spazi liberi fra i tubi. I fianchi della leggera struttura sono irrobustiti da 4 container per lato. La facciata a forma di grande A presenta, al di sopra di un ingresso vetrato, una rosone triangolare colorato, che riproduce alcuni motivi del rosone della cattedrale danneggiata.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
Il modellino della cattedrale, in tubi di cartone e rivestita in policarbonato.

Gli interni

L’ingresso vetrato permette di accedere ad un atrio che anticipa l’aula liturgica, a cui si accede attraverso delle porte scorrevoli. All’interno, l’ampia aula, a navata unica, è scandita dai tubi in cartone della copertura, lasciati a vista. Un tendaggio corre lungo le pareti laterali per nascondere i container, a eccezione di una zona a destra del presbiterio: qui, delle pareti di tubi in cartone possono essere aperte per ricavare uno spazio intimo e raccolto, utilizzabile come cappella.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
L’interno visto dal presbiterio; da notare, in basso sulla sinistra, le pareti in cartone che, aperte, creano una cappella.

Gli arredi in legno o cartone, pensati sempre da Shigeru Ban, sono facilmente spostabili, rispondendo alle esigenze dell’edificio, usato dalla comunità anche come spazio per eventi o concerti, grazie alle ampie dimensioni e all’ottima acustica. Infine, sulla parete piena di fondo, si staglia, semplice e netta, una croce: i due bracci sono, come la chiesa, due tubi di cartone incrociati.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
L’interno con la parete del presbiterio sul fondo.

Un architetto controcorrente

Nonostante la costruzione temporanea sia garantita per 50 anni, allo scadere dei quali si spera che la cattedrale sia ormai restaurata e fruibile, Shigeru Ban non esclude che l’edificio in cartone possa diventare permanente, se la comunità si affezionerà ad esso. Ciò che è certo è l’umiltà che Shigeru Ban insegna: con materiali poveri e umili, costruisce semplici edifici a bassissimo costo, ma che sanno rispondere ai bisogni primari di intere comunità devastate. Egli si pone totalmente controcorrente alla moda delle “archistar”, proponendo un’architettura silenziosa e davvero attenta ad ogni uomo, specialmente all’ultimo in difficoltà.

Shigeru Ban, Cattedrale di cartone, Christchurch, New Zealand, 2013
La cattedrale di Shigeru Ban, l’anti-archistar.

Sitografia: