La chiesa del Giubileo di Richard Meier: una nave verso il nuovo millenio

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003

Negli anni ’90, viene elaborato il piano “50 Chiese per Roma 2000”, per promuovere la costruzione di nuove chiese nelle aree periferiche di Roma dove migliaia di fedeli non disponevano di adeguati luoghi di culto. Perciò, nel 1995, il Vicariato di Roma, in occasione del futuro Giubileo del 2000, bandisce un concorso internazionale a inviti per il complesso parrocchiale di Tor Tre Teste: gli architetti invitati sono Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry e Richard Meier che vince il concorso.

L'architetto statunitense Richard Meier.
L’architetto statunitense Richard Meier.

Le forme e gli spazi

La chiesa del Giubileo, dedicata a Dio Padre Misericordioso, dall’Enciclica Dives in Misericordia (1980) di Giovanni Paolo II, viene completata nel 2003. Richard Meier propone un’interessante struttura, che riunisce spazio liturgico e spazio parrocchiale, pur distinguendoli attraverso le forme. Infatti, lo spazio sacro, che si trova sulla sinistra, è scandito da tre gusci bianchi, che proteggono la chiesa come tre vele gonfiate da un vento proveniente da nord. Al centro dell’edificio, un grande muro verticale divide l’aula liturgica dagli spazi dedicati alla parrocchia, questi ultimi dalle forme scavate e squadrate.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
La chiesa del Giubileo vista dal lato opposto all’ingresso; da notare, le diverse forme, curve e geometriche, della struttura.

Quadrato e cerchio: umano e divino

Si tratta ancora una volta del simbolismo spesso usato dagli architetti per gli edifici sacri (vedi Mario Botta e Alvaro Siza): porzioni di cerchio, che simboleggia il divino, si affiancano a forme squadrate, dove il quadrato richiama la dimensione umana. In questo caso, cerchio e quadrato non si fondono insieme, bensì il cerchio accoglie la chiesa e il quadrato gli ambienti parrocchiali.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003, schizzo
Uno schizzo della chiesa del Giubileo; da notare la contrapposizione fra cerchi e quadrati.

Una chiesa in vetro e calcestruzzo

Lo spazio compreso tra i gusci è chiuso da una copertura vetrata, che permette quindi l’ingresso della luce dall’alto, ma non solo: infatti, all’alba e al tramonto, la luce che entra rispettivamente dall’ingresso e dal presbiterio, crea scenografici effetti luminosi. I gusci bianchi sono composti da conci prefabbricati di nuovo calcestruzzo elaborato da Italcementi, chiamato cemento Bianco TX Millennium. Sulla superficie dei conci, sono presenti delle particelle di fotocatalizzatori, che ossidano gli agenti inquinanti organici e inorganici con cui vengono a contatto, trasformandoli in anidride carbonica.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
I conci dei gusci in cemento bianco TX Millennium.

L’esterno

La chiesa è circondata da un grande sagrato pavimentato: nei piani dell’architetto, esso doveva essere liberamente accessibile e aperto alla comunità circostante. Tuttavia, per volere della committenza, lo spazio è stato recintato e l’accesso regolato da cancelli, probabilmente per questioni di sicurezza. A destra dell’ingresso, cinque campane sono appese sovrapposte ad una torretta, che ospita al suo interno le scale.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
La chiesa del Giubileo, delimitata dal muro e dai cancelli.

Gli interni

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003, pianta
La pianta della chiesa: a sinistra gli ambienti liturgici, a destra quelli parrocchiali.

L’aula liturgica interna è delimitata a est e a ovest da due scultoree pareti in calcestruzzo bianco: quella orientale, oltre a creare un piccolo ingresso, accoglie l’organo, mentre quella occidentale, bucata da un’apertura fortemente strombata, sostiene il crocifisso ligneo seicentesco grazie ad una piccola mensola. Alle spalle del presbiterio, invece, un volume rettangolare accoglie la sagrestia.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
L’aula liturgica principale.

A nord, un corridoio separa e al tempo stesso conduce agli spazi parrocchiali, mentre a sud, un volume bianco accoglie la penitenzieria. Quest’ultima ha anche la funzione di definire uno spazio distinto riservato al fonte battesimale e di dividere la cappella feriale, ospitata nel primo guscio, dall’aula liturgica principale.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
L’aula liturgica a destra e la cappella feriale a sinistra.

Una chiesa pronta a salpare

Con la chiesa del Giubileo, Richard Meier compie innanzitutto un’azione di riqualificazione, che vuole ridare valore alla periferia romana. Inoltre, egli costruisce un edificio che vuole porsi come centro comunitario, ma anche come elemento simbolico molto forte: la candida chiesa dalle forme morbide e sinuose, infatti, richiama una nave con le vele spiegate al vento, pronta a salpare verso il nuovo millennio.

Richard Meier, Chiesa del Giubileo o di Dio Misericordioso, Roma, 1996-2003
La chiesa del Giubileo o di Dio Padre Misericordioso.

Bibliografia:

Silvio Cassarà, Richard Meier. Opere recenti, Skira, Milano, 2004

Sitografia: