La chiesa di Padre Pio: l’ardito progetto di Renzo Piano

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004

Nel 2004, viene inaugurata la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, paese al centro del Gargano, dove predicò Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968) tra il 1918 e il 1968, attirando a sé moltissimi fedeli. Il paese è un’importante meta di pellegrinaggio per i devoti al frate cappuccino, in quanto vi sono conservate le sue spoglie. Vista la grandissima affluenza, i frati cappuccini desideravano da tempo un santuario in grado di accogliere tutti i fedeli. Nonostante le intenzioni iniziali siano di costruire un edificio che contenesse la smodata cifra di 25.000 persone, successivamente si deciderà di abbassarla a 10.000.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Il fronte principale della chiesa di Padre Pio.

L’architetto incaricato, Renzo Piano con il suo studio Renzo Piano Building Workshop, si dimostrò inizialmente dubbioso perché alla sua prima esperienza con uno spazio sacro. Inoltre, l’ampiezza degli spazi richiesti rendeva alto il rischio di creare un’architettura impattante, che non si integrasse con il piccolo paese di San Giovanni Rotondo.

L'architetto Renzo Piano con il modellino di una sua realizzazione.
L’architetto Renzo Piano con il modellino di una sua realizzazione.

La distribuzione degli spazi

Renzo Piano progetta un complesso su due piani, di cui uno interrato, per riuscire a dotare il santuario di tutti gli spazi necessari: oltre all’aula liturgica principale e alla cripta che accoglie le spoglie di Padre Pio, il complesso è dotato anche di tre aule di incontro per i pellegrini a cui si accede attraverso un grande atrio, una sala di accoglienza, una grande penitenzieria, la sagrestia, la cappella dell’Eucarestia. Inoltre, il grande sagrato è stato dotato di un grande altare mobile che permette di ampliare i 7.200 posti del santuario a 30.000 per celebrazioni a cielo aperto.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Il santuario visto dall’alto durante una celebrazione che sfrutta il vasto sagrato.

La geometria di Renzo Piano

La forma che Renzo Piano sceglie per il santuario è quella di una conchiglia dalle proporzioni geometriche perfette: dal grande pilastro centrale, che attraversa piano inferiore e piano superiore, si sviluppa una spirale aurea. Il piano inferiore, allargandosi secondo la spirale, è suddiviso in spicchi di 10°, che definiscono lo spazio e le sale. Al piano superiore, invece, la chiesa è divisa in tre grandi sezioni, sostenute, dal punto di vista strutturale, da 21 archi convergenti verso il pilastro centrale. Le navate interne sono tre, ma, al contrario delle chiese tradizionali, sono semicircolari come in un teatro greco.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Planimetria del piano superiore del santuario e del contesto.

Un progetto ardito

La chiesa di Padre Pio si configura anche come una grande sfida architettonica, che vuole sperimentare, come nelle cattedrali gotiche del Medioevo, fino a che punto si possa costruire interamente con la pietra. I 21 archi, infatti, sono la struttura portante dell’intera chiesa.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
L’interno della chiesa con i grandi archi in pietra.

La copertura è doppia: quella inferiore, in legno, ricopre uniformemente l’intero complesso come una calotta, mentre il secondo, sempre in legno lamellare ma rivestito con rame pre-ossidato, è composto da nove falde che si sovrappongono l’una sull’altra.

La pietra di Apricena, detta il “bronzetto”, è stata scelta come principale materiale dell’intero complesso. Essa svolge funzioni sia strutturali che di rivestimento, in quanto, oltre agli archi, è usata anche per gli arredi liturgici e le pavimentazioni. Infatti, il sagrato e il pavimento dell’aula liturgica sono entrambi rivestiti in pietra di Apricena, di modo che non sia marcata una divisione fra interno ed esterno.

Ecco un ottimo video per comprendere e approfondire quanto detto finora:

Avvicinandosi….

Il complesso, dedicato a Padre Pio, è raggiungibile dal vecchio monastero dei Cappuccini, percorrendo il sagrato in discesa. Il cammino verso il santuario è accompagnato da fontane a velo e dagli ulivi che sbucano dal sagrato pavimentato. La chiesa si presenta al fedele con due dei suoi archi in pietra. Una grande vetrata occupa quello maggiore: i suoi motivi, tratti dall’arazzo medievale francese di Angers, raccontano in 84 pannelli l’Apocalisse di San Giovanni. Quello minore è, invece, vuoto e invita il pellegrino a passarvi al di sotto per accedere al santuario.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Il grande sagrato che conduce all’ingresso principale.

Prima di entrare nella chiesa, meritano attenzione anche la grande croce, sempre in pietra di Apricena, che si affaccia sul Gargano, e il muro-campanile, che ospita 12 campane e gli 8 “aquilotti” in volo verso la Chiesa, opera di Mario Rossello.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
La croce e il muro-campanile con gli aquilotti di Mario Rossello.

Dal lato opposto a quello principale, vi è un altro ingresso dotato di portali realizzati dall’artista Mimmo Paladino (vedi la sua Via Crucis nella chiesa di Fuksas), con le figure di Abramo e del Buon Pastore. A sinistra del portale, è presente la vasca battesimale, a pianta ottagonale.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
I portali di Mimmo Paladino e la vasca battesimale.

L’interno ricco di arte

Le grandi arcate in pietra scandiscono il vastissimo spazio che raggiunge però un’altezza di soli 16 metri: una costruzione che quindi non si staglia prepotente nel paesaggio pugliese, ma cerca di farsi notare il meno possibile da lontano, sprofondando nel suolo e mimetizzandosi con la copertura azzurro-verde in rame pre-ossidato.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Il presbiterio con la croce e l’altare di Arnaldo Pomodoro; da notare la grande vetrata dell’Apocalisse sul fondo.

Un oculo illumina il presbiterio, i cui arredi liturgici portano i nomi di grandi artisti italiani contemporanei. Arnaldo Pomodoro si è occupato dell’altare e della croce in bronzo al di sopra di esso, mentre Giuliano Vangi (vedi le sue absidi nella chiesa di Seriate di Mario Botta) si è occupato dell’ambone. Sulla scia dei grandi pulpiti medievali dei Pisano, esso è affollato di figure che raccontano della Deposizione di Gesù e della sua Resurrezione. A sinistra dell’altare, in uno spicchio, è ricavata la Cappella dell’Eucarestia, con il maestoso tabernacolo ottagonale di Floriano Bodini.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Il pulpito di Giuliano Vangi.

La cripta

Al piano inferiore, la rampa e la cripta con le spoglie di Padre Pio, sono stati decorati in un secondo momento. I frati cappuccini hanno chiesto al sacerdote e artista Marco Ivano Rupnik, del Centro Aletti, di aiutare il pellegrino a vivere più pienamente la visita alla tomba, attraverso i mosaici. Padre Pio è accostato alla figura di San Francesco, entrambi guide verso Cristo, la cui reggia celeste è raffigurata su tutte le pareti della cripta.

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
La cripta con le spoglie di Padre Pio, decorata a mosaico da Rupnik.

Armonia e audacia

Nonostante le forti critiche ricevute, il progetto di Renzo Piano è riuscito a centrare un obiettivo non facile, viste le enormi dimensioni: integrarsi con l’ambiente circostante, senza sovrastarlo o annullarlo. Inoltre, si pone come un progetto ardito dal punto di vista architettonico e strutturale, per le sue sperimentazioni sulle potenzialità della pietra. Enjoy your visit!

Renzo Piano, Chiesa di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, Puglia, 2004
Vista dall’alto di San Giovanni Rotondo con il nuovo santuario per Padre Pio.

Per un tour virtuale: www.youtube.com/watch?v=-8tJHRI6T2E

Bibliografia:

Renzo Piano Building Workshop, La chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, a cura di Maurizio Oddo, Federico Motta Editore, Milano 2005

Sitografia e referenze fotografiche: