L’intesa fra architetti e artisti nella chiesa del nuovo ospedale di Bergamo

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012

La chiesa del nuovo Ospedale Papa Giovanni XXIII è inaugurata nel 2014, successivamente alla struttura dell’ospedale. Nasce dal desiderio di affiancare uno spazio di cura “spirituale” ai luoghi di cura “fisica”: nel 2007 nasce quindi il “Comitato per l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo”, che seguirà il progetto, sostenuto economicamente dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Banca Popolare di Bergamo.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il nuovo ospedale di Bergamo visto dall’alto; nel cerchio rosso, la chiesa.

Chi crea la chiesa

Il Comitato sceglie di rivolgersi agli stessi architetti che si erano occupati dell’ospedale: Aymeric Zublena, Pippo e Ferdinando Traversi. Questi ultimi decidono di creare un edificio che si distingua nettamente da quello ospedaliero appena realizzato; collaborano inoltre con tre artisti contemporanei, Stefano Arienti, Andrea Mastrovito e Ferrariofréres, per realizzare una chiesa in cui arte e architettura si completino armoniosamente.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Particolare dell’opera in vetro di Andrea Mastrovito.

Il progetto

La nuova chiesa sorge nell’angolo nord-est dell’ospedale, in direzione della città. A pianta rettangolare, è preceduta da un ampio sagrato accessibile da una scalinata in discesa. Un altro ingresso, pensato appositamente per i pazienti dell’ospedale, viene posto a sud, sul fianco destro della chiesa: collegato all’ospedale tramite un passaggio coperto, permette ai pazienti di raggiungere comodamente la chiesa. Un corpo laterale infine accoglie gli uffici parrocchiali, i servizi e una piccola foresteria.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
La chiesa del nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Uno sguardo dall’esterno

Il volume della chiesa è un semplice parallelepipedo, rivestito da un involucro di sottili pilastrini bianchi, detto velario. Si crea così un nuovo spazio, un corridoio perimetrale, illuminato dalla luce che filtra attraverso i pilastri.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il velario di pilastri bianchi che avvolge la chiesa.

Entrando in chiesa, si incontra uno dei primi interventi artistici: il portale in legno dell’artista Stefano Arienti. Sulla superficie è incisa la semplificazione di una collina medio-orientale della Giordania, fotografata dall’artista e riportata sul legno semplificata. Una grande croce in mosaico di vetro occupa, invece, la parte superiore del portale.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il portale di Stefano Arienti.

Le pareti di Stefano Arienti

Lo spazio interno è vasto e arioso, adatto ad ospitare circa 150 persone. Le alte pareti laterali sono rivestite di pannelli bianchi di calcestruzzo, decorati sempre da Stefano Arienti che evoca un grande giardino mediterraneo. Richiama i tre importanti giardini delle fede cristiana (il giardino dell’Eden, l’orto degli Ulivi e l’arido giardino del Golgota). Il disegno è stato ingrandito grazie all’elaborazione digitale e trasferito sul calcestruzzo grazie alla tecnologia graphic concrete. L’effetto è quello di un’ombra di un giardino, disposto su tutte le pareti della chiesa, ad eccezione di quella del presbiterio.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il giardino di Stefano Arienti sulle pareti della chiesa del nuovo ospedale.

La luce

La luce zenitale entra attraverso un lucernario perimetrale posto sul soffitto. Al centro del soffitto, una copertura “a tenda” risponde alle necessità di assorbimento acustico e rievoca al tempo stesso una nuvola leggera. Le pareti laterali sono inoltre movimentate da fori circolari disposti casualmente, che illuminano l’aula e il giardino inciso.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il lucernario perimetrale e la copertura a nuvola.

Le absidi di Andrea Mastrovito

Sulla parete di fondo, Andrea Mastrovito è intervenuto realizzando tre absidi. Esse accolgono una crocifissione realizzata in strati di vetro intagliati, sovrapposti e decorati a grisaille. Nell’abside centrale, Gesù in croce è preceduto da un pavone in primo piano, simbolo di resurrezione. Sulla sinistra, la Madonna è consolata dalle altre due Marie, mentre Papa Giovanni XXIII veglia su di loro.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
La Crocifissione di Andrea Mastrovito nelle tre absidi.

Gli arredi sacri

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2014, tabernacolo
Il tabernacolo della chiesa del nuovo ospedale.

Infine, sulla destra, dal giardino del Golgota emerge una sfera in bronzo dorata, decorata come una volta celeste. Si tratta del tabernacolo, apribile verticalmente come una conchiglia. Gli arredi liturgici sono stati realizzati da Pippo Traversi, in collaborazione con Andrea Mastrovito per l’altare. Lo struttura comune a tutti gli arredi è un blocco di marmo, sorretto da colonnine d’acciaio.

Zublena e Traversi, Nuova chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2012
Il presbiterio con l’ambone, l’altare e la sede del celebrante.

La Passione di Ferrariofréres

Infine, ai lati dell’ingresso è presente una terza opera, realizzata dal collettivo Ferrariofréres. Si tratta di una Passione, ambientata attraverso la città di Bergamo. Grazie ad un collage fotografico, la storia della Passione è rievocata e riattualizzata da attori non professionisti. Il collettivo Ferrariofréres ha anche realizzato una grande croce bianca di legno, che troneggia nello spazio del vestibolo.

Ferrariofréres, Passione, chiesa dell'ospedale papa Giovanni XXIII, Bergamo, 2014
La Passione ambientata a Bergamo, Ferrariofréres.

Quando arte e architettura si completano

La chiesa del nuovo ospedale è stata molto apprezzata a Bergamo. Tra i vari motivi, si sottolinea l’importanza della sinergia tra artisti e architetti, senza la quale non sarebbe stato possibile fondere arte e architettura così armoniosamente.

Per concludere, ecco la visita virtuale, anche se è caldamente consigliata quella reale :

 Bibliografia:

La chiesa San Giovanni 23, Grafica&Arte, Bergamo, 2014

Referenze fotografiche: